ESPERIENZA
PROFESSIONALE MAI EGUAGLIATA DA ALCUNO
Rosalba Oletta
Conoscevo personalmente Fede
da circa vent'anni. Prima, soltanto di fama.
E, proprio per questa sua
fama, inizialmente mi intimoriva. Sì, avevo timore dei suoi giudizi
perentori e senza appello, che erano il frutto di una esperienza professionale
mai eguagliata da nessuno, perché nessuno si era mai impegnato a
fondo nell'apprendimento del lavoro del doppiaggio quanto lei. Diceva che
i mestieri si imparano rubando, cioè carpendo i segreti delle capacità
altrui in campo tecnico, con la massima assiduità - e umiltà
- possibili. Il senso artistico, uno ce l'ha o non ce l'ha, ma la tecnica
va imparata e aggiornata ,con impegno costante, perché il progresso
ti cambia le carte in tavola da un giorno all'altro. Certo, Fede da decenni
aveva passato più ore nel buio delle sale di doppiaggio e di mixage
(e delle soffocanti stanzette in cui sono alloggiate le moviole) che non
alla luce del sole! Ecco perché quando diceva una cosa, quella doveva
essere e quella era. Si soffriva non poco per accontentare Fede, ma poi
lei sapeva premiare col suo apprezzamento, sempre esplicito e anche entusiastico,
chi l'aveva capita, seguita, assecondata... e sopportata.
La mia amicizia e il mio affetto
per lei sono venuti dopo anni, quando ho scoperto la sua generosità
senza riserve e senza limiti. Ho scoperto che la durezza del suo carattere
imperioso nascondeva un cuore buonissimo: verso le persone (anche quelle
che non l'amavano) e verso gli animali. Non voglio qui fare un ritratto
di Fede nella vita privata, perché é un ricordo che desidero
tenere in me e per me, un piccolo grande tesoro che é la sua eredità
alla mia persona. Dirò invece ancora qualcosa di lei negli anni
in cui non la conoscevo, cioè prima del doppiaggio. Fede sapeva
tutto del cinema perché era stata direttrice di produzione, aiuto
regista e sceneggiatrice, in lotta perenne lei, allora, giovane donna -
con produttori e amministratori, ma anche e soprattutto coi mille ostacoli
che l'improvvisazione tipica del cinema italiano del dopoguerra le mettevano
fra i piedi. Ma Fede li scavalcava tutti, con quel suo genio per l'organizzazione
e con la sua tempra di combattente.
Raccontandomi di queste esperienze
ormai lontane, mi parlava con ammirazione e rimpianto di due suoi grandi
amici di quegli anni: Gino Sensani e Cesare Zavattini.
La raffinatezza e la cultura
del primo e la vulcanica genialità del secondo erano stati per lei
una fonte di arricchimento, ma anche, forse, un freno alle sue personali
ambizioni. Probabilmente, la sua onestà nel sondare le proprie risorse
per affrontare la carriera registica era stata troppo scrupolosa. 0 l'orgoglio,
di cui era dotatissima, l'aveva fermata all'imbocco di quella strada. Chissà.
lo sono sempre stata convinta che avrebbe raggiunto un meritato successo,
senza tuttavia arrivare a essere un «numero uno». E «numero
uno» é poi diventata nel campo dell'edizione dei film. Quindi,
aveva ragione lei. Di questa lunga fase della sua attività, tutti
sanno. La firma di Fede Arnaud sulla direzione del doppiaggio é
comparsa nei titoli di film che hanno fatto epoca. Mi limito a citarne
alla rinfusa pochi fra i tanti: «Il fascino discreto della borghesia»,
«Hair», «Easy Rider», «E.T.», «Amadeus»,
«L'attimo fuggente», «Goodmorning Vietnam», «Round
midnight», «Il colore viola», «Harry, ti presento
Sally», «Greencard», «Un medico, un uomo»...
Le attrici e gli attori che più hanno lavorato con lei certo portano
in cuore il ricordo di altri titoli di film cui,anche grazie a lei, hanno
potuto dare il meglio del proprio talento. E così le sue assistenti
più care e la dialoghista che, ben più spesso di me, le ha
dato la sua collaborazione. E i fonici, i mixers, i sincronizzatori...
Siamo proprio tanti, Fede, a piangerti e a rimpiangerti!
DECIMA COMANDANTE Ottobre 1997 (Indirizzo
e telefono: vedi PERIODICI)
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